Fvg è migrazioni e corregionali all’estero

Approvata nell’ultimo scorcio di legislatura, la nuova Legge sull’immigrazione ha un approccio pragmatico che da un lato punta ad una piena integrazione degli immigrati regolarmente arrivati e residenti sul territorio regionale e a un loro inserimento nel mondo del lavoro nei settori di maggiore difficoltà delle nostre imprese nel reperimento di lavoratori, dall’altro a contrastare l’arrivo di migranti irregolari dalla cosiddetta Rotta Balcanica, intervenendo a supporto delle istituzioni deputate al controllo confinario o finanziando quei comuni che svolgono attività di controllo amministrativo sulla popolazione immigrata.

A queste politiche dell’Amministrazione regionale andrà affiancato un sempre maggiore impegno nei confronti del Governo nazionale perché si realizzino tutte quelle misure necessarie affinché il flusso lungo la Rotta Balcanica diminuisca quanto più possibile di intensità e perché venga riconosciuta la particolare situazione di confine del Friuli Venezia Giulia che, a differenza delle regioni del Sud Italia, rappresenta un confine interno dell’Unione Europea e non esterno.

Andrà inoltre ribadito il no all’accoglienza diffusa, ragionando, invece, su un centro Hot Spot dove l’immigrato irregolare e il richiedente asilo permangano senza possibilità di allontanamento per il tempo strettamente necessario per l’espletamento delle pratiche di identificazione da parte degli organi di polizia per poi essere trasferito al di fuori del territorio regionale.

Questo centro Hot Spot non sarà un “di più” rispetto all’attuale sistema di accoglienza, ma dovrà esserne assolutamente alternativo.
Per quanto riguarda, invece, il tema dei corregionali all’estero di prima, seconda e terza generazione, essi rappresentano un patrimonio storico e culturale del Friuli Venezia Giulia ma anche una enorme opportunità di crescita per la nostra regione.

Mantenere stretti i legami con loro non è soltanto un’attività istituzionale doverosa per motivi etici e affettivi, ma permette di mantenere sempre viva la possibilità che da quei legami si possano creare opportunità di scambi economici e culturali.

Se questa attività è stata sicuramente ben gestita e ha portato ad interessanti risultati durante la XII legislatura, il futuro dovrà prevedere un adeguamento alla nuova emigrazione tramite Associazioni riconosciute che andranno indirizzate su nuove attività tendenti al rientro dei tanti giovani che ogni anno partono dalla nostra regione per esperienze lavorative e formative, agevolando il match con la domanda di posizioni lavorative specifiche da parte delle nostre aziende.